Anche in caso di sgravio dopo il ricorso
Quando c’è in ballo un ricorso, anche se l’Ente impositore, dopo accertamenti interni, annulla la richiesta di pagamento convenendo con il contribuente che tale pagamento non è dovuto, deve comunque sostenere le spese processuali.
È quanto ha deciso dalla Corte di Giustizia di Roma nella sentenza n. 9075/2024 (Presidente relatore Cosimo Ferrara), depositata lo scorso 8 luglio.
Si tratta del caso di una società che gestisce un albergo che ha ricevuto un avviso di pagamento dell’Imu dal Comune di Roma relativo all’anno 2020. L’albergo ha ritenuto opportuno fare ricorso in quanto per quell’anno, secondo i decreti legislativi D.L. n. 34/2020 e dal D.L. n. 104/2020, tutta una serie di attività rimaste ferme per via della pandemia sono state esonerate dal pagamento di alcuni tributi, tra i quali l’Imu.
In sede di dibattito il Comune di Roma, avendo effettuato gli opportuni controlli in autotutela, ovvero internamente agli uffici e senza l’intervento del giudice, ha convenuto con l’albergo che l’Imu 2020 non era dovuta.
Il dibattito sarebbe potuto finire qui, ma giustamente la CGT ha valutato che se la società che gestisce l’albergo non avesse fatto prontamente ricorso, il Comune di Roma non avrebbe ripreso in mano la pratica per effettuare nuovi controlli. Il ricorso è servito a far rivedere i documenti e a cancellare la richiesta di pagamento. Dunque la CGT ha stabilito che il Comune di Roma deve pagare le spese sostenute dall’albergo per presentare il ricorso, versando alla società una somma pari a 1800 euro più accessori se dovuti.
Costantino Ferrara
Vice Presidente
Corte di Giustizia Tributaria
Latina e Roma