I numeri segnalano una lenta ripresa
Il 2023 per le due e quattro ruote è iniziato con il piede giusto sul fronte delle immatricolazioni, soprattutto se il termine di paragone è il 2022 quando a farla da padrone era la crisi dei microchip. Se, invece, il paragone viene fatto con il periodo pre-Covid, allora il discorso cambia. Per il comparto auto il 2023 è iniziato con oltre 128 mila nuove immatricolazioni registrate a gennaio, ovvero il 19% in più rispetto allo stesso mese del 2022 quando la crisi dei semiconduttori frenava la produzione. Volendo fare un paragone più coerente, saltando quindi gli anni segnati dalla pandemia, va sottolineato come a gennaio 2020 le nuove immatricolazioni furono circa 156 mila, mentre nel 2019 si toccò quota 166 mila. A diffondere tali dati è l’associazione del settore automotive UNRAE (Unione Nazionale Rappresentanti Veicoli Esteri). Insomma, siamo molto lontani dai livelli che abbiamo considerato a lungo normali e, probabilmente, dobbiamo entrare nell’ottica che il mercato auto italiano va ridimensionandosi anche per la volontà dei costruttori di puntare più ai ricavi che ai volumi: pertanto, meno auto vendute, ma con maggiori margini di guadagno. Puntando l’attenzione sulle alimentazioni, invece, le autovetture a benzina hanno visto il mercato di gennaio aumentare del 14,4% rispetto al 2022, ma con quota di mercato scesa al 26,5%; le diesel sono cresciute del 18% con una quota di mercato del 19%. In crescita del 19% le immatricolazioni di auto elettrificate, che rappresentano ormai il 44% del mercato di gennaio. Tra queste, le ibride non ricaricabili (mild e full hybrid) sono aumentate del 23,5% nel mese, le plug-in hanno avuto una crescita del 9,2%. Le auto elettriche, invece, proseguono il trend negativo già osservato nei mesi scorsi con una flessione dell’11,2% e una quota di mercato pari al 2,5%. Infine, da segnalare gli ottimi numeri del gpl a cui fa da contraltare il crollo del metano: le autovetture a Gpl sono cresciute del 28,7% sotto la spinta dei rincari dei carburanti con una quota del 10,2%, sono crollate invece le immatricolazioni delle auto a metano (-80%). Spostando il focus al mercato per segmenti, sempre prendendo come riferimento il mese di gennaio, le autovetture utilitarie rappresentano il 34,2% delle vendite, in aumento del 6%. Le auto dei segmenti medi hanno una quota di mercato del 9,5%, in crescita del 18% rispetto al primo mese del 2022. I Suv hanno una quota di mercato pari al 53,7%, in aumento del 26% circa.
Dalle 4 alle 2 ruote
Il 2023 è iniziato con grande fiducia anche nel settore delle due ruote con +37,7% rispetto a gennaio 2022 (su tutte spicca casa Honda). I dati delle immatricolazioni, diffusi da Confindustria Ancma (Associazione nazionale ciclo motociclo accessori), spiegano un andamento del mercato in continuità con i numeri registrati negli ultimi due anni e che vedono l’Italia leader in Europa per numero di immatricolazioni e anche nella produzione. L’Italia si dimostra nuovamente epicentro della passione per le due ruote e i motocicli rilanciano anche il proprio ruolo decisivo nella mobilità individuale e urbana, dimostrata anche dalla volontà degli utenti di rinnovarsi e tendere una mano al progresso tecnologico. Performance a doppia cifra quindi per il mercato delle due ruote nel primo mese dell’anno, con una crescita quantificabile in oltre 21 mila unità, anche per effetto degli incentivi statali. Il dato più significativo riguarda gli scooter che sono cresciuti del 77,4% con più di 10 mila mezzi immatricolati. Ottimo anche l’andamento delle moto, che spuntano un incremento del 22,3% con oltre 9 mila mezzi targati. Unico dato in controtendenza è quello dei ciclomotori, che hanno fatto segnare un calo del 33,9%. In trend negativo il mercato elettrico (-17% e circa 870 unità), trascinato verso il basso dai ciclomotori che pagano la commessa dello scorso anno.
Brevi considerazioni su scenari futuri
I numeri che abbiamo appena visto lasciano pensare che si è imboccato il sentiero di una lenta ripresa per il settore dei veicoli a due e quattro ruote anche perché l’impressione è che, sia la pandemia sia la crisi dei microchip, abbiano superato la fase più problematica. Ovviamente questa rappresenta la fotografia attuale, ma nel prossimo futuro potrebbero intervenire altri fattori, più o meno prevedibili, ad influenzare il settore. L’avvento della pandemia ha facilitato il ricorso ad un mezzo accessibile a tutti come il monopattino e, visto il perdurare della questione relativa al caro carburante, è plausibile che in futuro un numero sempre maggiore di consumatori possa scegliere di utilizzarlo come principale mezzo per gli spostamenti cittadini. Questa eventualità è tutt’altro che remota ed avrebbe con molta probabilità un effetto negativo per il comparto dei motori, ma andrebbe a vantaggio di una futura ecosostenibilità che rappresenta, ormai, una soluzione irrinunciabile per tutti.
(D.R.)