Come superare questo gap e i fattori che lo determinano
Negli ultimi anni il mercato del lavoro italiano ha visto da un lato aumentare la disoccupazione e dall’altro il numero dei posti vacanti. Spesso, infatti, si verifica che molte posizioni aperte restino tali a causa del cosidetto mismatch tra domanda e offerta di lavoro. Per mismatch si intende la discrepanza tra hard e soft skills ricercate dai datori di lavoro e le competenze ed abilità effettivamente possedute dai candidati.Il mismatch è un fenomeno complesso e multidimensionale perchè nteressa diverse categorie: i lavoratori attuali e quelli inattivi cioè le giovani generazioni che saranno i lavoratori futuri, le aziende, le figure che operano nell’ambito delle risorse umane e in generale del mondo del lavoro. Esistono diverse ragioni per cui spesso domanda ed offerta faticano ad incrociarsi. A seconda della motivazione che sottende, questo disallineamento viene definito in maniera diversa. Quello dovuto alla mancanza delle giuste competenze è il cosidetto skill-mismatch. Esso ha a che fare con la sfera personale: le proprietà e le attitudini individuali di una risorsa sono reputate poco idonee alle attività previste da una determinata mansione o più in generale all’ambito lavorativo di riferimento. Quando la difficoltà di incontro domanda-offerta passa sul livello del percorso formativo o della qualifica o specializzazione conseguita, si parla invece di educational mismatch o qualification mismatch.Ancora, se ci si sposta sul piano geografico, si parla di mismatch territoriale che come suggerisce l’espressione stessa dipende dalla sede dell’offerta lavorativa e le possibilità/disponibilità alla mobilità a parte dei candidati. Altre volte l’impedimento alla salita a bordo di una risorsa può essere dovuta al fattore economico: il cosiddetto mismatch salariale che per l’appunto concerne la retribuzione attuale, la desiderata ed eventuali benefit. Se il divario attiene all’inquadramento oppure a questioni legate alla possibilità di beneficiare per esempio di contributi o incentivi prende il nome di mismatch contrattuale o agreement mismatch. Infine, le problematiche del combaciamento domanda-offerta di lavoro possono essere legate alle caratteristiche che le aziende ricercano (come il range d’et il genere dei candidati) oppure alle modalità di selezione e reclutamento di coloro che applicano per una vacancy (sourcing mismatch).
Il mismatch più diffuso:lo skill mismatch
Secondo gli studi, tra le varie forme di asimmetria domanda offerta fin qui definite, la principale è quella delle competenze. Più in particolare, la non convergenza in questo senso può essere di due tipi: orizzontale quando le skills possedute sono pertinenti rispetto a quelle richieste dal lavoro, per er tipologia/contenuti risultano essere non congrue per il posto, oppure verticale quando le professionalità possedute sono disomogenee rispetto a quelle ricercate.
Tale sbilanciamento può assumere segno negativo quando i candidati hanno competenze inferiori (underskilled) rispetto a quelle richieste dalle aziende o segno positivo quando le competenze professionali dei candidati superano (“overskilled”) quelle previste dalla posizione da ricoprire. Sempre a proposito delle skills, lo scollamento si verifica anche a causa di una vera e propria obsolescenza delle competenze. Negli ultimi anni, infatti, stanno nascendo nuovi lavori e quelli esistenti si stanno evolvendo assumendo caratteristiche inedite. Secondo le stime, nei prossimi 5 anni ci saranno 60 milioni di nuovi posti per lavori che ancora oggi non esistono.
È facilmente intuibile che questi lavori richiederanno competenze e qualifiche che fino a qualche anno fa non esistevano neppure. Ecco perchè di fronte ad un mondo produttivo che sempre più si muove sui ritmi veloci del cambiamento, per evitare il rischio che il gap domanda-offerta di lavoro si allarghi maggiormente, è indispensabile sapersi orientare scegliendo la direzione che si vuole percorrere.
Possibili chiavi per contrastare il mismatch domanda-offerta
È importante attrezzarci culturalmente riuscendo a prevedere quali competenze potranno aiutarci ad adattarci al mutamento in atto ed affrontarlo in maniera vincente. Serviranno, accanto alle competenze prettamente tecnicosettoriali, i contenuti interdisciplinari e soprattutto le soft skills. Le nostre caratteristiche soggettive, infatti, sono importanti in qualsiasi contesto lavorativo perchè dirigono il modo in cui di volta in volta facciamo fronte alle situazioni che ci si presentano nell’ambiente lavorativo.
La risposta allo sfasamento fra ciò che viene domandato e ciò che si offre sul lavoro, potrà essere quella di coltivare proprio quelle qualità che ci appartengono in quanto singolarità e che ci differenziano da tutti gli altri. È quindi fondamentale affinare il proprio pensiero critico, avere cioè capacità di analisi e valutazione; sviluppare l’intelligenza emotiva imparando a riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle altrui; accrescere la propria capacità decisionale e di giudizio. Sul piano operativo, è importante la capacità di pianificazione e di organizzazione del tempo sulla base di priorità ed obiettivi. Per superare i fattori che alimentano il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è altresì opportuno formarsi in maniera continuativa e soprattutto maturare una solida flessibilità cognitiva.
Lato candidato ciò si concretizza nel riconoscimento delle proprie aree di perfezionamento e nel conseguente aggiornamento costante per offrire le proprie competenze migliori; lato azienda nella capacità di reazione al cambiamento, per esempio adottando le più avanzate strumentazioni di reclutamento basate sull’intelligenza artificiale, e lato manager nello sviluppo di una forte identità rofessionale che identifichi in modo preciso e riconoscibile la propria offerta lavorativa. Se ben utilizzate, queste suggerite possono costituire le opportune chiavi per contrastare le difficoltà inerenti la problematica affontata.
Dott. Davide Maggio Temporary Hr Manager Founder Jobify Recruting