Costi e norme da rispettare per chi possiede un veicolo alimentato a gpl

Come noto da tempo, dal 2035 non sarà più consentita la vendita di veicoli alimentati a benzina, diesel, metano e gpl. Questi ultimi, in realtà, hanno già subito un calo delle vendite negli ultimi anni, dovuto alle difficoltà di approvvigionamento del gpl (in particolar modo dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina) e ai costi eccessivi per mantenere gli impianti efficienti ed in regola con le nuove norme di sicurezza. Nonostante garantiscano una vita media di 10 anni e circa 250 mila km, anche le auto con motore alimentato a gpl hanno dovuto, dunque, “abdicare” in favore dell’avvento dei veicoli elettrici. 

Gpl: composizione e caratteristiche

Il Gpl (gas propano liquido) è un carburante alternativo ed è composto da propano e butano, due gas che si possono comprimere in un liquido; è di per sé inodore, ma viene odorizzato con etantiolo che gli conferisce un odore agliaceo in modo che possano essere avvertite eventuali perdite anche senza l’apposita strumentazione. Il gpl è anche incolore: per questo la legge obbliga le raffinerie all’aggiunta di un colorante giallo. Le auto a Gpl hanno delle bombole apposite per conservarlo in forma liquida e sono molto resistenti e capienti, perché il Gpl ha un alto potere energetico. Ci sono anche delle auto che funzionano solo a Gpl e non a benzina. Queste auto hanno un serbatoio del Gpl molto grande, ma anche un piccolo serbatoio di benzina per le emergenze, fino a un massimo 15 litri. In alcuni casi, si può anche eliminare il serbatoio di benzina e rendere l’auto monovalente, con dei vantaggi fiscali. Per fare questo, però, serve l’autorizzazione della casa costruttrice. Solitamente, le più comuni vetture a Gpl si accendono con la benzina per scaldare il motore, poi passano al Gpl quando il motore raggiunge una certa temperatura. Alcune auto usano anche un po’ di benzina durante la marcia a Gpl mentre le auto più recenti di questo tipo usano la benzina solo all’inizio e successivamente solo a velocità elevate.

La normativa

Tutte le auto che hanno un impianto Gpl installato dopo il 1° gennaio 2001 possono parcheggiare al primo piano delle autorimesse, anche se queste hanno più piani sotterranei. Questo perché il regolamento comunitario Ece/Onu 67/01, che disciplina gli impianti a gas per veicoli, prevede delle norme di sicurezza molto rigorose per l’utilizzo dell’intero impianto a gas e i dispositivi di sicurezza associati. In particolare, il regolamento stabilisce che i serbatoi delle auto a Gpl, indipendentemente dall’alimentazione, devono avere delle valvole di sicurezza che in caso di incendio o incidente, limitano la fuoriuscita del liquido. Inoltre, sulla carta di circolazione è indicato se l’impianto rispetta il regolamento. Quindi, le vetture a Gpl in circolazione hanno delle caratteristiche costruttive equivalenti a quelle di qualsiasi altra auto che rendono sicuro parcheggiare i veicoli a gas anche nelle rimesse sotterranee.

Per le vetture a Gpl è importante notare che i serbatoi del gas (dalla forma cilindrica o toroidale, detta anche “a ciambella” installati nel bagagliaio oppure sotto di esso) sono diversi da quelli delle auto tradizionali. I serbatoi per il gas sono fatti di acciaio, mentre quelli delle auto a benzina sono di plastica. Questo implica che i serbatoi del Gpl hanno una durata limitata e devono essere sostituiti periodicamente. La sostituzione deve avvenire ogni dieci anni dalla data di collaudo e deve essere effettuata da un’officina autorizzata. Inoltre, l’officina deve installare un serbatoio con dispositivi di sicurezza conformi alla normativa 67/01, che permette, come detto, di parcheggiare anche al primo piano interrato. Per quanto riguarda la revisione dell’impianto, le scadenze sono le stesse delle auto a benzina o diesel. La prima revisione deve essere effettuata dopo quattro anni dall’immatricolazione e poi ogni due anni. Il costo della sostituzione dei serbatoi può variare dai 300 ai 500 euro.

Questione parcheggio

In Italia non esiste un divieto assoluto di parcheggiare un’auto a Gpl in un box, un parcheggio o interrato.

Una delle questioni più discusse tra i proprietari di auto a Gpl è quella del parcheggio nelle autorimesse. Esistono delle norme specifiche che stabiliscono dove e come si possono parcheggiare questi veicoli, a seconda del tipo di impianto installato. Come detto, gli impianti Gpl che rispettano la normativa, e che hanno la relativa indicazione sulla carta di circolazione, possono sostare in qualsiasi autorimessa, purché sia dotata di adeguati sistemi di ventilazione e di rilevazione delle fughe di gas. Questi impianti sono infatti considerati sicuri e non soggetti a perdite accidentali di Gpl. Al contrario, gli impianti che non sono conformi a questa normativa, e che non hanno la dicitura sulla carta di circolazione, possono parcheggiare solo nei piani fuori terra delle autorimesse, che non siano in comunicazione con piani interrati. Questo perché in caso di fuga di gas, il Gpl tende a scendere verso il basso, creando situazioni potenzialmente pericolose. I gestori delle autorimesse devono esporre, inoltre, una segnaletica adeguata che indichi le limitazioni per le auto a Gpl. Se si violano queste disposizioni, si rischia di incorrere in sanzioni e di non essere coperti dalle assicurazioni in caso di incidenti o incendi. Le stesse regole valgono anche per i box condominiali, ma in questo caso il regolamento interno può imporre ulteriori restrizioni o divieti per le auto a gas, sia Gpl che metano. Per modificare il regolamento condominiale, occorre ottenere il consenso della maggioranza dei condomini. Infine, se si viaggia con una vettura a Gpl su un traghetto, bisogna dichiararlo al momento della prenotazione e segnalarlo al personale addetto all’imbarco, che provvederà a sistemare il veicolo in una zona idonea per le auto a gas o con una alimentazione considerata pericolosa. 

(D.R.)