Materie prime strategiche
La transizione del settore automobilistico verso l’elettrico richiede un crescente impiego di materie prime critiche per produrre le batterie. Ma come sono distribuite geograficamente queste risorse e quali sono i principali Paesi detentori dei diritti minerari?
Il passaggio verso la mobilità elettrica ha favorito l’ascesa dell’industria automobilistica cinese sui mercati globali. Tuttavia, la sostenibilità di questa trasformazione dipende in larga misura dall’accessibilità alle materie prime critiche, senza le quali la produzione di batterie agli ioni di litio risulterebbe impraticabile. Tra i materiali più rilevanti si annoverano litio, cobalto, nichel e manganese, componenti essenziali nel processo di accumulo energetico, attorno ai quali si sta delineando un complesso confronto tra gli interessi strategici delle imprese cinesi (che hanno intensificato gli investimenti per acquisire un maggiore controllo sulle principali miniere globali di queste materie prime) e quelli delle multinazionali del blocco occidentale. Pertanto, l’accesso a queste risorse, limitate ed esauribili, diventerà sempre più cruciale nella crescente competizione tra case automobilistiche.
Litio
Il litio rappresenta un componente essenziale per le batterie ed è conteso tra multinazionali cinesi, americane e australiane. I maggiori giacimenti si trovano in Australia, Cile, Argentina e Bolivia. La miniera di Greenbushes, in Australia, rappresenta la più ricca riserva al mondo di litio estrattivo ed è controllata per il 51% dalla cinese Tianqi Lithium Corporation, mentre il restante 49% è detenuto dall’americana Albemarle Corporation. Buona parte delle riserve mondiali di litio si concentrano nel cosiddetto “Triangolo del litio” sudamericano, che comprende Cile, Argentina e Bolivia e custodisce circa il 60% delle riserve mondiali. In particolare, il Cile ospita uno dei giacimenti più importanti al mondo: il Salar de Atacama. Anche l’Argentina sta registrando una rapida crescita e secondo le previsioni nel 2025 il Paese dovrebbe produrre circa 130 mila tonnellate di litio (più 75% rispetto al 2024). Tra le principali miniere argentine spicca il Salar de Olaroz. La Bolivia, pur detenendo le riserve di litio più grandi al mondo, non è ancora riuscita a sviluppare pienamente la sua industria estrattiva a causa di un forte controllo statale.
Cobalto
Il cobalto è una delle materie prime critiche essenziali per la chimica delle batterie agli ioni di litio, migliorandone la stabilità e la densità energetica. La sua estrazione (circa il 70%) è concentrata in Congo dove la multinazionale mineraria svizzera Glencore esercita il maggior controllo sulle principali miniere: Mutanda e Kamoto Copper Company; pertanto, la compagnia elvetica ha investito molto per modernizzare gli impianti e implementare pratiche di sostenibilità. Oltre a Glencore è presente anche la compagnia cinese Cmoc Group Limited, un asset strategico che rafforza la posizione cinese nel controllo globale delle risorse di cobalto. Nella Federazione russa, il colosso nazionale Nornickel ha impianti nelle regioni di Norilsk e lungo la catena degli Urali e beneficia di un forte sostegno statale.
Manganese
Il manganese è un’altra delle materie prime indispensabili per la produzione delle batterie. Le principali aree di estrazione si trovano in Sudafrica, Gabon, Australia e Russia. In Sudafrica, la joint venture Assmang, gestisce le miniere di Witbank e Kalahari. Negli ultimi anni ci sono stati investimenti nell’ammodernamento degli impianti. In Gabon, la miniera di Moanda, è una delle più grandi e importanti al mondo ed è gestita dalla Comilog, filiale del gruppo francese Eramet. Secondo fonti recenti, la miniera di Moanda rappresenta circa il 25% delle riserve mondiali di manganese ad alta purezza, con una produzione di circa 6,8 milioni di tonnellate nel 2024 e prospettive di superare i 7 milioni di tonnellate nel 2025. Invece nel continente australiano, la miniera di Groote Eylandt, è controllata dalla società australiana South32, che negli ultimi anni ha programmato ingenti investimenti per accrescerne la produzione. Infine, in Russia, la compagnia di bandiera Nornickel è un attore dominante anche nella produzione di manganese.
Nichel
Anche la crescente domanda globale di nichel ha spinto le compagnie minerarie internazionali a espandere la propria presenza in paesi ricchi di risorse, in particolare in Indonesia, Australia e Brasile. Secondo alcuni studi nel 2023 l’Indonesia si è confermata come il primo produttore mondiale di nichel, con oltre 1,8 milioni di tonnellate estratte. Tra i Paesi del Vecchio Continente, la Francia opera in Indonesia attraverso la Eramet. Dal 2020 Giacarta ha vietato l’esportazione del minerale grezzo, con l’obiettivo di incentivare la lavorazione e la raffinazione interne. L’Australia è tra i primi tre produttori mondiali di nichel, con una produzione che nel 2023 è stata stimata in 160.000 tonnellate. Le Filippine sono il secondo produttore mondiale di nichel; mentre negli ultimi anni la Repubblica popolare cinese ha rafforzato la propria presenza.
D.R.

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